Menecmi

MENECMI

Spettacolo liberamente tratto da T.M. Plauto

Traduzione, Adattamento e Regia
NICASIO ANZELMO

con AMBRA ANGIOLINI e LOMBARDO FORNARA

Scene e Costumi
ANGELA GALLARO

Musiche originali
FRANCESCO DE LUCA, ALESSANDRO FORTI

Coreografie
CARLA FAVATA

Menecmi – invito

NOTE DI REGIA

I Menecmi, una delle commedie più famose di Plauto, quella che ha dato al teatro posteriore il divertentissimo tema degli scambi di persona tra due gemelli, si fonda a sua volta su un tema popolaresco e già sfruttato frequentemente nella commedia attica. Ignoriamo i modelli a cui si è ispirato Plauto, ma siamo perfettamente a conoscenza di tutti i modelli successivi. Il tema dei gemelli come “specchio”, come proiezione negativo/positivo, è stata, per me, una curiosità sempre alimentata. Fra tutte le drammaturgie che prendono spunto dal modello plautino una in particolare ha attirato la mia attenzione, e mi ha incuriosito a tal punto da prenderla seriamente in esame fino a studiarne una possibile fusione, o in caso contrario, a far subire al testo plautino, una crescita drammaturgica sostanziale senza per questo sminuirne il testo.

Ciò che ne è venuto fuori aggiunge, amplifica, raddoppia il “doppio” dei protagonisti; gemelli scambiati l’uno per l’altro durante una giornata di febbrili equivoci. Un testo, che pur rispettando l’originale, come detto, moltiplica gli elementi di comicità e di confusione, immergendo la vicenda, farsesca, in un contesto esotico fiabesco. Una città, Epidamno, di maghe e di incantesimi, (come l’altro di Circe che trasforma Ì compagni di Ulisse in porci), un luogo di equivoci e di quiproquo, scandito in un atmosfera inquietante come nei sogni. Un testo che accosta ai due gemelli protagonisti due servi anch’essi gemelli e non distinguibili fra loro esattamente come i padroni, (sull’esempio del Sosia dell’Anfitrione) che in comune, oltre la somiglianza come “goccia d’acqua”, hanno il fatto di prendere botte tutta la giornata.

Mi è piaciuto “contaminare” con Shakespeare (The Comedy of errors) il testo plautino o è forse meglio dire il contrario. Il fatto sta che il testo plautino ha trovato forza e vigore e la sua comicità ne è venuta moltiplicata. Era troppo allettante l’idea di mettere insieme e il primo Shakespeare (in cui ancora i caratteri dei suoi grandi personaggi, i suoi servi, non hanno raggiunto la grandezza che acquisteranno col passare degli anni e i suoi personaggi, sono quasi simili ai personaggi plautini – cioè senza una vera e propria psicologia). Una fusione perfetta, dove i due testi convivono perfettamente. Poche le variazioni nel testo plautino: l’introduzione di due personaggi che vanno a rafforzare l’intreccio plautino, la cognata di uno dei Menecmi (di Epidamno) e la figura del padre dei Menecmi, del tutto assente in Plauto a cui, fra l’altro è affidato il Prologo, che pur conservando il suo carattere, assume, solo in questo punto, un’aria particolare. Aleggia un’intensa atmosfera avventurosa. Il tema dello scambio di persona è trattato con efficacia, così come i numerosi imprevisti determinati esclusivamente dal caso e dalle circostanze. Tanti critici hanno visto in questo testo frizzantissimo, una ironia al mondo degli affari dell’antica Roma, affari che distolgono dai piaceri della vita.

Essere se stesso e insieme un altro, duplicare la vita, è sempre stato il sogno bizzarro e perenne dell’uomo. E questa bizzarria ha sempre spinto gli autori drammatici a giocare su questo tema, a creare commedie divertentissime ed agilissime.

TRAMA

Protagonisti maschili della commedia, ambientata nella greca Epidamno (l’odierna Durazzo) sono dei gemelli, che il caso ha separato da bambini e che, adulti, si trovano a vivere, ignari l’uno dell’altro, nella stessa città: l’uno perché ci vive, l’altro di passaggio, alla ricerca del suo doppio. Lo scambio di persona, che la perfetta somiglianzà rende inevitabile, da avvio alla vicenda comica. Un ruolo particolarmente importante in tutta la vicenda ha la moglie di uno dei Menecmi, Filomatia, che con la sua sfrenata gelosia da l’avvio ad una serie di equivoci e di situazioni comiche esilaranti. Un suocero, un servo, anche lui con il suo doppio, una prostituta provocante, una zitella, mercanti, orafi, si trovano coinvolti in serie di equivoci paradossali che divellono l’ordine degli equilibri quotidiani, portando i doppi in uno stato confusionale, fino al riconoscimento.