I Malavoglia

I MALAVOGLIA di G. VERGA

Regia
NICASIO ANZELMO

con VALENTINA FORTUNATO e RICCARDO GARRONE

Scene e Costumi ANGELA GALLARO

Musiche PIPPO RUSSO

Aiuto regista CARLA FAVATA

Assistente alla regia GIADA MESSINA

NOTA DI REGIA

“Io le dico che ho bisogno di attaccarmi con l’immaginazione alla vita degli altri, ma così, senza piacere, senza punto interessarmene, anzi… anzi… per sentirne il fastidio, per giudicarla sciocca e vana la vita, cosicché non debba importarla a nessuno di finirla.. “(L. Pirandello)

Raramente un romanzo offre la possibilità di entrare, con forza e precisione, nella vita degli altri, sentirne i palpiti, le loro emozioni, studiare i loro sentimenti le loro passioni, vivere i loro amori, i loro dolori. Raramente si può osservare un “circuito di passioni” così ben sviluppato.

I Malavoglia offrono tutto questo: i personaggi vivono interamente la loro vita, perfettamente strutturati ad esempio di una umanità travagliata, sofferente. Giocare con la vita di 27 personaggi (molti altri personaggi del romanzo sono stati lasciati a riposo letterario perché non necessari all’adattamento teatrale) è stato esaltante e doloroso.

Ognuno di loro è testimone di un respiro, di un alito, di una vita reale.

Ognuno di loro è un essere umano che vive la gioia o il dolore della propria esistenza, che vive il suo “amore” in maniera unica e rara (sia quando è vissuto in pieno abbandono, sia quando si trasforma, per una strana legge umana, in grande odio).

Ognuno nei propri meccanismi primordiali di una ricerca egoistica ed effimera del piacere, di una ricerca di benessere che poi si frantumerà, inevitabilmente con uno schianto, sulla realtà delle cose. Tutti e 27, anche se vivono una vita propria, esistono in quanto relazionati fra loro, dove la gioia di uno si scontra immancabilmente con il dolore dell’altro. È legge universale, qui sviluppata dentro nuclei (i notabili del paese, le comari, le ragazze da marito, i ragazzi da moglie, i fanciulli) che giocando nel “contrasto” mettono in risalto l’unico motore vero del romanzo: l’anima e il suo bagaglio storico.

I Malavoglia, a cento e più anni dalla sua 1° uscita, per ampiezza e per respiro umano non possono essere considerati risolti. Continuano a conservare l’originale sapore universale di una storia che diventa esemplare, dove il riso e il pianto si ritrovano nell’altro e non solo sulle pagine e non solo sulla scena.

Ha senso oggi i Malavoglia? Stimolatamente senso!